Sabato
10 luglio 2004 - Ci incontriamo presso la sede di Olga
Sport. Qualche passante incuriosito
chiede notizie sui kayak e su eventuali corsi. Alle 12,00 circa, dopo
aver recuperato gli ultimi effetti personali dimenticati, tra cui i biglietti
della nave, lasciamo Catania alla volta di Palermo. FOTO 1
Le rispettive mogli,
qualche amico e alcuni sponsor ci salutano. La partenza da Palermo è fissata
per le ore 19,00, ma noi arriviamo con largo anticipo.
Domenica
11 luglio 2004 - Arrivati a Cagliari, partiamo subito
verso nord. I kayak sono caricati su due macchine: il fuoristrada di
Francesco e la station wagon di Rosario. Alle 9,30 siamo all'altezza di
Oristano. Nel primo pomeriggio arriviamo ad Olbia, rinunciamo al programma di
lasciare le macchine in Sardegna e ci imbarchiamo subito da Santa Teresa di
Gallura per Bonifacio. Alle 16,00 circa tocchiamo suolo corso. Il
vento soffia da maestrale.
Lunedi
12 luglio 2004 - Lasciamo le auto a Porto Vecchio. I
kayak, sebbene carichi a tappo, filano che è una meraviglia e riusciamo pure
a pescare un piccolo barracuda e qualche occhiata. Durante la giornata il
tempo sembra peggiorare: in lontananza si vedono dei lampi, così ci
accampiamo 12 km a sud di Solenzara.
Tappa di 23,4 km.
Martedì
13 luglio 2004 - Percorriamo circa 30 km. Il clima è
più freddo di quanto ci aspettassimo, tanto più che lungo certi tratti
pagaiamo sotto la pioggia. Ci fermiamo nei pressi di una pineta vicino all’ Etang
d’Urbino e mangiamo con soddisfazione il pesce pescato anche oggi.
Tappa di 30,3 km.
Mercoledì
14 luglio 2004 - Giornata ventosa, ci aspetta una lunga
tappa.
Ci mettiamo in acqua
alle 8,00. Superiamo la foce del Tavignano, vicino Aléria, l’antica
capitale della Corsica, e passiamo davanti all’Etang de Diane, una
laguna sfruttata per l’allevamento dei mitili. Arriviamo a 30 km da Bastia,
costeggiando chilometri di spiagge, alcune delle quali sono frequentate da
nudisti. Anche oggi campeggio libero e, quindi, neppure una doccia decente.
In compenso siamo immersi nella natura.
Tappa di 39,3 km.
Giovedì
15 luglio 2004 - Partiamo alle 7,30 e con un buon vento
di poppa facciamo una bella tappa di circa 40 km. Dopo una sosta a metà
mattina, arriviamo alle porte di Bastia che sono quasi le 14,00. Abbiamo
pescato parecchio tutti e cinque: siamo soddisfatti della giornata. Ci
fermiamo nel campeggio S. Damiano, dove facciamo un simpatico incontro: F.
Sfamemi, un milanese di origini siciliane che intende andare in kayak da
Bastia a Bonifacio.
Tappa di 34,3 km.
Venerdì
16 luglio 2004 - Durante la mattina andiamo a Bastia e
facciamo una visita "disinteressata" alla sede del Corse Matin,
giornale a tiratura regionale. La redazione sembra incuriosita dalla nostra
impresa e un giornalista viene al porto ad intervistarci. Pranziamo sul posto
e ripartiamo verso nord. Percorriamo metà "dito": la costa è piena
di località turistiche. La nostra dose quotidiana di pesce non manca:
Francesco prende una bella tracina tigrata e con l'aiuto dei
"campioni" riesce a toglierla dall'amo senza farsi pizzicare dal pericoloso
aculeo che ha sul dorso. Scopriamo che Gaetano è un cuoco provetto.
Tappa di 24,0 km.
Sabato
17 luglio 2004 - La tappa di oggi è impegnativa:
dobbiamo doppiare Capo Corso e vincere le correnti di un mare più aperto.
All'altezza di Macinaggio Rosario, sempre impegnato nella pesca,
avvista uno squalo, ma la preoccupazione iniziale muta in sollievo e
curiosità quando ci accorgiamo che è un innocuo e simpatico delfino. Soffia
un vento da levante che increspa un po' il mare. Voltato il Capo ci aspetta
un mare liscio come l’olio. Ovviamente la mano corre alle macchine
fotografiche!
Ci fermiamo in
serata a Marina di Giottani. E' la tappa più lunga percorsa finora:
44,6 km.
Domenica
18 luglio 2004 - Oggi abbandoniamo le coste del “dito”
facendo una traversata di 9 km all’altezza di St. Florent. Se fosse per Rino dovremmo fare 100 km al
giorno, ma riusciamo a placare la sua foga e ci fermiamo in una spiaggetta paradisiaca del Desert
des Agriates, il primo luogo realmente solitario della Corsica. Siamo isolati
anche telefonicamente, per cui il nostro unico mezzo di comunicazione è il
telefono satellitare. Ci concediamo un po’ di relax e ci rendiamo conto di
come questi giorni siano stati un’occasione per conoscerci meglio.
Tappa di 31,4 km.
Lunedì
19 luglio 2004 - A malincuore lasciamo la
spiaggia in cui abbiamo trascorso la nottata. Un forte vento contrario ci
costringe a rallentare il ritmo. Ci fermiamo ad Aljaiola e compriamo il Corse Matin di oggi:
a pagina 11 campeggia una nostra foto con i kayak in bella mostra e a
caratteri cubitali “Kayaks a l’accent sicilien dans le vieux port”. Ci
precipitiamo di nuovo dal giornalaio e facciamo razzia di copie da portare a
casa.
Tappa di 30,7 km.
Martedì
20 luglio 2004 - Oggi arriviamo a Calvi. Siamo
quasi a metà giro e ci concediamo in premio un pomeriggio di riposo. Troviamo
un campeggio gigantesco: ci si perde quasi all’interno. Proviamo ad ottenere
un bungalow presentando come biglietto da visita una copia del giornale che
ci ritrae, ma i corsi non ne vogliono sapere niente. Non importa: dopo
quattro giorni di vita selvaggia ci va bene qualsiasi cosa. La sera pizza e
birra fredda!!!
Tappa di 12,8 km
(record negativo di percorrenza giornaliera).
Mercoledì
21 luglio 2004 - La pizza di ieri è stata altrettanto avventurosa
quanto una tappa in kayak, perché abbiamo dovuto camminare per circa 3 km
sulla spiaggia prima di raggiungere il paese. Al ritorno abbiamo fatto un po’
tardi…
Oggi ci mettiamo in
acqua un po’ più tardi delle altre mattine. Facciamo un’unica tirata fino a Galéria
(il GPS registra 27 km in linea d’aria). Durante la pausa si è alzato il
vento, così la seconda tappa fino alla baia di Focolara è più corta
(circa 8 km). Durante la navigazione incontriamo altre persone in kayak, tra
cui una coppia di sposini diretti a St. Florent partiti da Ajaccio.
A quanto pare la maggior parte dei nostri colleghi preferisce andare in senso
orario. Ci accampiamo in una spiaggia deserta, circondata da una fitta
boscaglia. Chissà che non ci tocchi incontrare qualche cinghiale. Se capita
tra le mani di Mimmo, per la fame che ha, mangia pure lui!
Tappa di 36,2 km.
Giovedì
22 luglio 2004 - Oggi il mare è una tavola e spira una
leggera brezza da ponente. Abbandoniamo la baia di Focolara dove
abbiamo trascorso la notte, senza incontrare neppure un topo (altro che
cinghiali), e continuiamo la nostra marcia verso sud.
Alcuni tratti di
costa sono delle spettacolari pareti granitiche che scendono a picco sul
mare. Avvertiamo tutta la nostra piccolezza nei confronti di questa natura
ancora selvaggia.
Domani contiamo di
arrivare a Porto, intanto stasera abbiamo da festeggiare: Mimmo ha saputo che
diventerà padre di una bambina ed è raggiante!
Tappa di 38,7 km.
Venerdì
23 luglio 2004 - Il passaggio per Porto è molto
rapido, tant’è che saltiamo tutto il golfo. Proseguiamo oltre, fino ad
arrivare alle Îles Sanguinaires, così dette per il colore del granito
di cui sono fatte. Sono raggiungibili solo con un battello e ci sembrano un
ottima base per trascorrere la notte. In realtà le coste sono troppo scoscese
e ripieghiamo poco più a nord. Le nostre condizioni fisiche sono buone tranne
che tutti e cinque, chi più chi meno, abbiamo le mani tagliuzzate, qualche
taglio sotto i piedi, bollicine nel sedere ed altri piccoli fastidi.
Tappa di 39,9 km.
Sabato
24 luglio 2004 - La partenza dalle Isole Sanguinarie non
avviene in simultanea. Francesco, che ha il kayak più carico di tutti, ci
mette un po’ di tempo a sistemare i propri bagagli, così Mimmo, Rosario,
Gaetano e Rino vanno avanti. L’appuntamento è lungo il percorso, poco prima
di Ajaccio, ma evidentemente non ci siamo capiti bene. E’ bastato tagliare
una baia per perdersi. Francesco si ferma nel porticciolo in cui pensava di
incontrare gli altri e ne approfitta per uno spuntino, mentre Rino,
preoccupato, fa avanti e indietro alla sua ricerca.
Passiamo per Ajaccio
dove facciamo una breve visita: anche qui si respira aria di autonomia corsa.
In giornata arriviamo ad Isolella.
Tappa di 21,9 km.
Domenica
25 luglio 2004 - Partiti da Isolella, doppiamo Capu
di Muru, dominato dai resti di una torre genovese, da cui prende nome. Il
paesaggio è caratterizzato da coste granitiche a picco. I giorni di
navigazione cominciano a pesare: Mimmo e Rino sembrano aver fretta di
arrivare e si spingono avanti, mentre Gaetano e Francesco indugiano un po’ e
si fermano spesso a fotografare. Rosario è il più tranquillo di tutti.
Gaetano rimane
indietro e raggiunge il resto della ciurma in serata nel campeggio di Porto
Pollo, dove decidiamo di trascorrere la notte. Il tempo sembra peggiorare
e il vento raggiunge i 30 nodi. Stasera ci concederemo un gelato.
Tappa di 32,1 km.
Lunedì
26 luglio 2004 - Superato il Golfe de Valinco
affrontiamo un ampio promontorio, interrotto da numerose calette. Il mare è
mostruoso: una serie di onde lunghe una trentina di metri si alzano,
appuntite, tanto che girandoci a cercarci con lo sguardo, spesso ci perdiamo
di vista, nascosti nella parte concava dell’onda, che raggiunge un’altezza
media di un metro e mezzo.
Da quando abbiamo cominciato
il periplo questo è il punto più difficile. Nessuno di noi si capovolge.
Riusciamo a tenere la situazione sotto controllo e ci divertiamo tra le onde.
Francesco non smette neppure allora di controllare il percorso sulle cartine
fino a che, colto da mal di mare, è costretto a metterle da parte. A Punta
di Senetosa il mare è talmente agitato da sembrare oceano aperto.
Facciamo tappa lì e poi arriviamo nel
Golfe de Roccapina. Ci accampiamo in una enorme spiaggia, alla foce
del fiume Ortolo. Siamo esausti.
Tappa di 31,2 km.
Martedì
27 luglio 2004 - Oggi le condizioni del mare non sono
affatto migliorate rispetto a ieri. Onde lunghe e vento forte da ponente
continuano a tartassarci, ma non ci lasciamo scoraggiare, anzi, la cosa ci
esalta. Costeggiamo tenendoci sempre a vista reciprocamente e, doppiato Capo
di Feno, avvistiamo le bianche scogliere di Bonifacio. Quasi tutta
la costa, per la quale siamo passati oggi, è una riserva naturale, per cui
non proviamo neppure a pescare; in compenso avvistiamo in lontananza un
gruppo di delfini. Approdiamo in una baietta dentro il fiordo di Bonifacio
che ha alle spalle un bel prato dove montiamo le nostre tende e prepariamo
una gustosa minestra di verdure. Ormai manca poco.
Tappa di 30,6 km.
Mercoledì
28 luglio 2004 - Il nostro obiettivo di oggi era di
completare il giro, ma il mare continua ad essere agitato e il vento di
grecale intralcia i nostri intenti. In due tappe arriviamo a Palombaggia,
una grandissima spiaggia molto antropizzata a circa 13 km da Porto Vecchio.
Ci accampiamo nelle vicinanze. Le zanzare ci assaltano e siamo costretti alla
ritirata: ceniamo e ci rifugiamo in tenda. Di fronte alla baia si intravedono
le sagome delle isole Cerbicale, che costituiscono una riserva naturale
in parte inaccessibile all’uomo. La luna si riflette sull’acqua adesso
immota.
Tappa di 33,9 km.
Giovedì
29 luglio 2004 - Sono le 7,00 del mattino quando
lasciamo il nostro ultimo luogo di bivacco. Alle 9,00 sbarchiamo a Porto
Vecchio. Il periplo è concluso. Tutti e cinque, tra tagli ed
escoriazioni, siamo un po’ sgangherati ma soddisfatti.
Raggiungiamo le
nostre automobili, che avevamo posteggiato davanti ad un campeggio prima
della partenza. Una delle due, quella di Rosario, ha una ruota a terra e la
batteria scarica; quella di Francesco si mette in moto con qualche
difficoltà. Proviamo a caricare la batteria di Rosario sia con i cavetti sia
trainandola con l’altra (il tutto con i kayak sul tetto!). Niente da fare,
siamo costretti a comprare una batteria nuova.
Mentre noi decidiamo
sul da farsi Mimmo ci saluta e corre a prendere il traghetto per Santa Teresa
di Gallura perché ha prenotato la nave da Cagliari a Palermo per domani sera.
C’est l’amour!!
Tappa di 13,2 km.
Venerdì
30 luglio 2004 - Il gruppo si divide definitivamente:
Gaetano, Rino e Rosario rientrano in Italia mentre Francesco rimane fino alle
10:00 per un’ultima intervista per il Corse-Matin. Subito dopo Francesco
inizia un viaggio a bordo del suo fuoristrada camperizzato lungo le strade della
Corsica e della Sardegna settentrionale. Ma questa è un’altra storia...